Era da un po’ di tempo che non scrivevo un articolo sul sito, non perché non avessi idee o novità, ma soltanto perché ho impiegato i mesi estivi alla progettazione e sviluppo di nuove iniziative per l’autunno. Una di queste riguarda attività per la terza età.
In questi ultimi
mesi, mi è stato chiesto spesso cosa proponessi per gli anziani;
effettivamente non avevo finora progettato attività specifiche per
tale fascia d’età.
Negli ultimi mesi,
venendo incontro alle svariate richieste, ho iniziato a pensare ai
bisogni degli anziani nel nostro Territorio. Ho riscontrato
l’esigenza di aggregazione, il bisogno di incontrarsi e
condividere, ma anche di raccontarsi e di ricordare; inoltre ho
pensato che per mantenere attive le capacità cognitive sarebbe stato
utile allenare la creatività, e così ha avuto origine il progetto
“Mi mantengo Cre-Attivo”.
Questo progetto si
esplica in un percorso di 4 incontri di gruppo, ciascuno dei quali
consentirà al soggetto di entrare in contatto col proprio mondo
interiore, di ricordare e raccontare aneddoti sulla propria vita, di
utilizzare la motricità fine e la creatività, e infine (ma non
ultimo per importanza) vi è l’aspetto della condivisione. Ciascun
individuo, a qualunque età, ha la necessità di comunicare e
stabilire relazioni coi suoi simili, spesso però, nella terza età,
a causa di diversi fattori, tra cui la ridotta autonomia, le
relazioni vengono a mancare e il soggetto si sente solo. Questo
percorso, ha anche l’obiettivo di offrire uno spazio d’incontro e
condivisione.
Il percorso ha degli
obiettivi generali (di cui accennato sopra): l’ascolto
interno, l’immaginazione, la spontaneità e la condivisione.
Ciascun incontro ha
degli obiettivi specifici legati alla tematica scelta e raggiunti con
tecniche creative e attività tratte dalle ArtiTerapie.
Nello svolgimento
dei singoli incontri, si utilizzeranno tanti materiali, per lo più
naturali, molto evocativi, come la creta, la stoffa, le tempere e non
mancheranno prodotti alimentari come latte, limone e sale, che
renderanno ciascuna esperienza unica e irripetibile!
Queste attività
verranno proposte nei locali del Lab famiglie, ma sarà anche
possibile svolgerle in altre sedi (per esempio nelle strutture
residenziali) qualora ne venga fatta richiesta.
Per avere maggiori
dettagli sul percorso potete visitare la sezione Eventi del sito o
contattare direttamente il Lab famiglie telefonicamente o tramite
e-mail.
L’adolescenza è il periodo che va dall’infanzia all’età adulta. E’ un periodo di profondi cambiamenti (fisici, dei processi cognitivi e delle modalità relazionali). Il cambiamento, anche quando è fisiologico, rappresenta per l’individuo un momento di crisi. L’intera struttura si deve riorganizzare. La crisi nell’adolescenza perciò è fisiologica e fa parte del percorso di crescita. Il malessere può coinvolgere una o più aree della vita: il rapporto col corpo che cambia, le modifiche nelle modalità di relazione coi pari, con gli adulti (e soprattutto con i genitori). In linea di massima, per elencarle (ovviamente non in modo esaustivo) potremmo citare:
l’autostima.
Una bassa autostima può far vacillare il senso del proprio valore
personale in diversi ambiti (sociale, scolastico, familiare,
corporeo);
percezione del sé
corporeo.
E’ correlata all’autostima e riguarda sia gli aspetti legati
all’immagine corporea che alle capacità, cioè l’adolescente
può provare disagio riguardo alle trasformazioni che il proprio
corpo subisce con l’avvento della pubertà e della maturazione
sessuale (es. pregi e/o difetti estetici), sia riguardo alle
prestazioni che il proprio corpo riesce ad eseguire (es. nelle
performance atletiche e/o artistiche);
relazionali sociali. Per
ciò che riguarda lo sviluppo delle competenze sociali,
l’adolescente può sperimentare un’incapacità di relazionarsi
coi pari che può portare o alla chiusura e all’isolamento o di
contro all’omologazione acritica al gruppo cui si è scelto di
appartenere e che funge da modello;
relazioni familiari.
L’adolescente
prova una fisiologica spinta verso la differenziazione dal proprio
sistema familiare legate all’individuazione e allo sviluppo
dell’autonomia. Spesso questo coglie i genitori impreparati alla
gestione di queste nuove dinamiche relazionali e li rende insicuri
nel proprio ruolo di educatori.
In
questo periodo il giovane inizia a sviluppare un progetto etico di
vita (è il periodo dei grandi ideali e valori!) e la famiglia ha un
ruolo importante nel percorso di crescita e affermazione
dell’adolescente. I genitori devono fornire un modello positivo a
cui i figli possono aderire o meno.
La
responsabilità genitoriale più grande consiste nel preparare i
figli all’autonomia. In questo periodo si passa dall’autorità
(basata su premi e punizioni) all’educazione fondata sulla
responsabilità.
I
genitori in questo momento devono essere pronti ad esporsi al
confronto sulle motivazioni che sorreggono le loro proposte o i loro
divieti. Quando i genitori vietano qualcosa ai figli non possono
nascondersi dietro la frase “perché te lo dice tuo padre/madre”,
ma argomentare e spiegare le motivazioni. Questo aiuta i ragazzi a
rafforzare il senso di autostima e di responsabilità.
Questa
modifica dello stile educativo e l’apparente perdita di autorità
sui figli, può rendere insicuri i genitori e spingerli in due
direzioni opposte. In alcuni casi, la rinuncia al progetto educativo
e la difficoltà di gestire il confronto/scontro con l’atteggiamento
oppositivo dei ragazzi, conduce i genitori verso uno spostamento
sullo stesso piano gerarchico dei figli. Quindi si opta
per l’instaurazione di un rapporto amicale. In altri casi, la paura
della perdita di potere sui figli può spingere i genitori ad un
inasprimento delle regole, ad un atteggiamento di maggiore rigidità
educativa con la conseguente creazione di una barriera comunicativa
tra le due generazioni.
Gerarchie
La
famiglia è un sistema con un’organizzazione gerarchica; proprio
l’esistenza di queste gerarchie ne garantisce il funzionamento.
Nonni,
genitori e figli fanno parte di piani gerarchici differenti, ciascuno
con i propri ruoli e i propri compiti di sviluppo. L’
importante elemento che determina il funzionamento del sistema
familiare sono i confini tra i sottosistemi. La loro funzione è
quella di proteggere la differenziazione e riguarda il passaggio di
informazioni tra un sottosistema e l’altro. Un errore
frequente in
cui incappano alcuni
genitori di adolescenti è infatti quello di scambiare con i figli
informazioni riguardanti la sfera coniugale, nella convinzione che
ormai siano grandi ed in grado di comprendere. Con
tale azione
si crea una confusione gerarchica nella quale il figlio compie un
salto nel sottosistema genitoriale o
il genitore sconfina
nel sottosistema filiale,
in
entrambi i casi, i soggetti ricoprono
ruoli
che non gli competono
ed entrano in contatto con informazioni non pertinenti.
Flessibilità
Per
una crescita funzionale, in una famiglia devono esistere regole
chiare, ruoli e limiti definiti, ma la parola chiave è flessibilità.
Deve esistere un certo grado di permeabilità dei confini e
flessibilità dei ruoli, ci si deve
muovere all’interno di un continuum tra queste polarità adattando
i comportamenti allo stile di funzionamento del sistema familiare,
alle naturali inclinazioni dei membri ed alle differenze individuali.
In
quest’ottica, la famiglia deve garantire l’appartenenza dei
membri fornendo una base sicura da cui partire per “l’esplorazione
del mondo” e al tempo stesso consentire la separazione.
L’adolescente
deve provare
il sentimento di appartenenza e al tempo stesso la spinta
verso
l’individuazione
da quel gruppo. Il processo evolutivo si dipana proprio
nell’equilibrio tra appartenenza e separazione. Il giovane figlio
sente di far parte del sistema familiare ma vive anche la pulsione
verso l’esterno, verso il gruppo dei pari, con cui sente di
condividere valori e ideali. Il sistema familiare deve affrontare il
difficile
processo di modifica dei legami interni al sistema e di articolazione
con gli altri sistemi sociali.
Interventi
possibili
Lavorare
con gli adolescenti e con le loro famiglie è un obiettivo del Lab
famiglie. Stiamo lavorando sulla progettazione di un percorso
laboratoriale per fornire un supporto concreto ai ragazzi ed ai
genitori che si trovano ad affrontare questa fase di cambiamento. La
finalità è quella di prevenire il disagio e di facilitare
l’espressione delle emozioni e la relazione coi pari e con la
famiglia.
Il progetto si esplicherà in
una decina di incontri, alcuni di essi solo per gruppi di ragazzi,
altri nei quali ci sarà un confronto con i genitori. Gli incontri
saranno in forma di laboratorio espressivo, nei quali verranno
utilizzate diverse metodologie (tra cui tecniche relazionali,
psicodrammatiche, corporee e artiterapie). Le tematiche generali su
cui saranno improntati gli interventi riguarderanno il corpo,
le emozioni e le relazioni.
Questo percorso verrà presentato nel
dettaglio a breve durante un seminario gratuito nella sede del Lab
famiglie, in data da destinarsi.
Bibliografia
S. Minuchin – Famiglie e
terapia della famiglia, 1976, Astrolabio
A. Pope, S. McHale, E.
Craighead – Migliorare l’autostima, 1995, Ed. Centro Studi
Erickson
G. Maiolo, G. Franchini –
Dalla parte degli adolescenti, 2004, Ed. Centro Studi Erickson
C.
Loriedo, A. Picardi – Dalla teoria generale dei sistemi alla
teoria dell’attaccamento, 2000, Ed. Franco Angeli